Translagorai Classic

13/09/2020 Andrea Zeta Zocca

Mi sono imbattuto nel Lagorai la prima volta qualche anno fa. Venivo dalle sconfinate montagne canadesi dove gli orizzonti sono infiniti e concedono alle terre selvagge lo spazio che si meritano. Non pensavo di trovare qualcosa di minimamente simile qua vicino a casa. E invece... Si chiama Lagorai. Una catena montuosa ancora praticamente incontaminata è riuscita a sfuggire alle grinfie dell’uomo che dovunque va porta asfalto, consumo o surrogati di natura. Questa terra che ancora ci concede bellezza naturale, è un infuso di creste paleolitiche, prati dell’Eden, ruscelli che cantano motivetti afrodisiaci e ettari di boschi golosi di muschi e felci. L’iniziativa dei ragazzi è quella di incitare la gente a correre. Perché correre può essere un modo pulito e sostenibile di rapportarsi ad un luogo. Ci sono modi e modi per riqualificare delle zone di montagna. Se corri al massimo consumi energie e proprio mal che vada uccidi una lumaca sul sentiero ma senza farlo apposta. Se corri sei praticamente innocuo per la natura. Quando invece ti trovi circondato da montagne ma non sei sulle tue scarpe da corsa e sei invece che ne so su un terrazzo di asfalto, in una cabina di metallo, su una strada asfaltata, su una jeep 4x4 allora li secondo me non sei davvero nelle montagne. O almeno ci sei ma sotto sotto gli stai dando fastidio. Quando le politiche inizieranno a smettere di costruire e si metteranno ad incitare la gente a correre, sciare, scalare, volare, surfare, nuotare, biciclettare allora forse l’uomo sarà amico della natura. Io l’altro ieri ho cavalcato col mio amico Dabbone per 18 ore da una parte all altra di questa catena montuosa. Il senso dell’impresa sta nell’impresa stessa. Per questo ci hanno premiato con un adesivo. Se ci ripenso vedo solo due esseri galoppanti in una terra magnifica che hanno sofferto tanto quanto hanno gioito. Ora ho abbastanza male a tutto il corpo e credo che per una settimana non potrò più correre. Ieri col Dabbo si pensava già di rifare la traversata ma in invernale con gli sci, più con calma con l’obbiettivo di spararci più linee fighe possibili!
Cazzo ci sono troppe cose fighe da fare rega!

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