Translagorai Classic

16/07/2022 Andrea Folchi

Andrea Folchi - DNF

Translagorai mi era rimasta in testa fin da quando ne ho sentito parlare la prima volta, una corsa logica attraverso una delle ultime parti del Trentino ancora non civilizzate. Mi attraeva anche il fatto di farlo con pochissimi aiuti, se non con la complicità di qualche altro fuori di testa che ha deciso che quella notte sarebbe stato meglio mettere in piedi una festa che stare a dormire.

Spoiler: non ho vinto l’adesivo, un allenamento fatto senza senso nei mesi precedenti mi ha fatto arrivare all’appuntamento quasi in overtraining, la mia avventura è durata 7 h, però vorrei comunque lasciare un qualcosa a chi un giorno valuterà se provarci o meno e si ritroverà, come me, a cercare info e resoconti.

Ero preparato per farla in totale autonomia, poi a due giorni dalla partenza Andrea, un amico con cui avrei dovuto passare la notte, dice di avere un suo amico che ci farebbe da supporto, una gran botta di culo per evitare di avere con me 2 kg di gel e/o Haribo fin dall’inizio.

Quindi dopo le presentazioni e le foto di rito, belli contenti ci avviamo alla partenza. Con me ho circa 4/5 barrette, 5/6 gel, 3 panini col crudo (per variare da tutto quel dolce) e 1,5 L di acqua, con cui punto ad arrivare al Rifugio Cauriol, al massimo recuperando acqua dal Bivacco Paolo e Nicola.

Alle 19 si parte, super emozionati, corriamo sul sentiero per ben 10’, dopodiché il Lagorai comincia a fare vedere di che pasta è fatto: sentieri su sassi in porfido che richiedono una certa naturalezza nell’appoggio del piede (se non hai confidenza lascia perdere, non ne verrai fuori!). Passa il tempo e sto abbastanza bene, le prime due ore volano tra temporali e chiacchiere con altri ragazzi, che poi pian piano perdiamo nella notte, ognuno prende il suo ritmo e arriviamo così al Bivacco Paolo e Nicola, dove il gps (un Fenix 6 in cui avevo la traccia caricata, ed anche il cavo e la power bank nel caso si scaricasse) segna 17,5 km / 1250+ / 3 h 45’. Da qui si è spenta la lampadina, la digestione si è bloccata e la mia non-condizione è venuta fuori tutta in un colpo. Una crisi me la sarei aspettata, ma averla qui era veramente troppo presto, la testa mi ha abbandonato e così al Cauriol dopo 6 h 45’ ho alzato bandiera bianca.

L’amico di Andre mi ha portato alle 3 del mattino al Manghen e da li mi sono venuti a recuperare, mi sentivo come se avessi 19 anni e stessi tornando da una serata in Riviera Romagnola.

Il Lagorai mi ha masticato e sputato, mi ha fatto rimettere i piedi per terra ricordandomi che appuntamenti del genere non si mettono in piedi in due giorni, mi ha insegnato che in futuro dovrò ascoltarmi meglio. Ma al di là di questo la cosa che mi ricorderò di più è la condivisione di questa pazza esperienza con altre persone di cui nemmeno conosci il nome ma con cui hai subito un gran feeling, mi ricorderò di quel figo del Rifugista del Cauriol (con la R maiuscola), che ha allestito un banchetto per accogliere noi in piena notte e che per tanti ha costituito una base vita in cui tornare alla civiltà. Mi ricorderò dell’arrivo, delle persone che aspettano i corridori bevendo birra seduti su seggioline, pronti a scattare in piedi per ogni singolo corridore, festeggiando tutti allo stesso modo.

La sfida all’adesivo è rimasta aperta, ma nel frattempo vorrei ringraziare Andre per la corsa insieme (e per quelle che verranno), Ste, Filo e tutti quelli che hanno dato una mano,  Anna per il servizio taxi notturno.

See you soon Lagorai,

Andre.

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