Translagorai Classic

16/07/2022 Jérémie Juillard

Jérémie Juillard - DNF

L'inizio di un'avventura

"- Avete posto nella macchina ?"
" - Certo di si !"
Siamo andati in quattro nel Clio come una partenza di una grande spedizione. Due ore per fare conoscenza di Simone, Leonardo, Julieta e Jérémie, per scoprire le belle idee di gare che uno dei quattro ha già fatto, per scambiare consigli su cosa mangiare durante la Translagorai. La difficoltà che la macchina aveva nel salire le curve del passo Manghen poteva farci pensare alle difficoltà che avremmo il giorno dopo arrivando in questo posto. Ma non era il caso ! Era il momento di trovare i punti comuni fra di noi. Di esplorare il passato padovano di Leonardo e Simone. Come sempre il mondo è sufficientemente piccolo per trovare delle conoscenze in comune. Abbiamo visto la bandiera dell'Oregon. Ecco il passo Rolle.

Ai piedi del Colosso

L'imponente vetta della Vezzana è apparsa tra le nuvole. Lasciandoci vedere il contrasto fra questa roccia immobile e il fragile arco in legno "Translagorai" che segnalava la partenza di quest'evento. Come un colosso dai piedi d'argilla. Un monumento di ottanta chilometri di roccia con il suo arco in legno. Era il momento degli ultimi preparativi. Quello che gira camminando compulsivamente, quello che si sdraia e contempla il cielo, quello che beve una birra,...Ognuno ha la sua tattica per gestire questi momenti in cui lo stress aumenta. Mi sono sdraiato e ho chiuso gli occhi pensando che questa potesse essere l'ultima volta che potevo farlo in ventiquattro ore.

Sulla luna

Con Julieta siamo partiti per ultimi. Abbiamo avuto il privilegio di guardare questa fila di corpi muscolosi che si muovevano verso il lago di Colbricon e poi la forcella Colbricon. Da questa forcella inizia un nuovo mondo. Una linea di cresta stupenda, un paesaggio lunare e una luminosità eccezionale ! Da questo punto non si corre più, si balla ! E l'unico modo per andare avanti. Scivolare di pietra in pietra. Come le nuvole che scivolano di cima in cima. Gli incoraggiamenti di Julieta come una corda da tirare e tenere. Sempre molto forte sentire un aiuto.

La separazione

Abbiamo seguito la progressione in piccoli gruppi. Gruppi di amicizia. Siamo arrivati al bivacco Aldo Moro, il punto in cui Julieta ha dovuto tornare a recuperare la macchina al passo Rolle, passando per il Lago di Paneveggio, e ho seguito il percorso. Improvvisamente il cielo si chiude e è arrivata la grandine che frusta il corpo. Adesso non si vede il prossimo passo. Bisogna indovinare il sentiero. Bisogna assicurare il passo sulla roccia scivolosa. La montagna secca è diventata un fiume. La grandinata si è fermata. Il cielo si è aperto. Il mio corpo è come dopo una doccia fredda, maltrattato ma tonificato.

Albicocche e notte

Vedevamo il camino delle luce delle lampade frontali più avanti durante il giro intorno a la cima Valon. Un cordino che si muoveva intorno alla montagna. Cantavano anche le pietre sotto i passi. Erano questi corridori imperturbabili. Arrivato alla forcella del Valon, dopo tre ore di sforzo, mi sono fermato per bere e mangiare un po'. Mentre mangiavo le migliori albicocche del mondo (almeno è la sensazione che ho avuto in questo momento), vedevo scomparire nella notte i concorrenti che passavano dall'altro lato della forcella. Ho messo il mio zaino è sono scomparso anche io nella notte.

La decisione

Ho fatto diciassette chilometri in tre ore. Sono nel momento giusto rispetto a quello che pensavo di fare. Ma salendo, dopo la forcella di Cece, sento dei segni dal mio corpo. Non sento bene le gambe, ho bisogno di fermarmi (cosa che normalmente non faccio mai), sento dolore alla pancia...Lo so già. Oppure la parte razionale del mio cervello sa già che non potrei finire questa Translagorai. Invece, la parte emozionale del mio cervello non riesce a pensare per un secondo a rinunciare a un sogno. La parte razionale mi fa rallentare. La parte emozionale sfrutta questa incredibile solitudine notturna nella montagna. Sono felice. Approfitto pienamente del momento.

Paolo e Niccola

Dopo due ore di camminata in solitario, arrivo al bivacco Paolo e Niccola. Arriva appena dopo di me un altro corridore totalmente allucinato per la bellezza del percorso.
" - Che figoooooooooooooo !!!", risuona lunghi secondi nella forcella del Valmaggiore.
Apro la porta del rifugio a mezzanotte e mezzo. I camminatori della Translagorai versione multi-giorni dormono. Vedo una panca e un materasso liberi. Argomento forte per convincere la parte emotiva ! Mi sdraio direttamente, ancora bagnato dalla grandine.

All'Alba la montagna è bellissima

La luce del giorno raggiunge la finestra del bivacco. Mi alzo me ne vado. Senza mangiare né bere nulla. Una parte mia sta ancora pensando di finire la Translagorai. I primi passi intorno alla cima di Valmaggiore dimostrano decisamente che il mio lato razionale ha ragione. L'opzione migliore è godersi il paesaggio e raggiungere il rifugio Cauriol. E che paesaggio !!! La luce rossa del primo mattino sulla cima di Valbona ! La vista sul Cattinaccio ! Che spettacolo !

Brutto questo lago

Arrivo alla forcella Moregna dove faccio colazione. Vedo una prospettiva con due bellissimi laghi . Arrivato al primo lago - si chiama lago Brutto, faccio un video di questo ambiente molto calmo e bellissimo che mando a Julieta. Lei non ha dormito stanotte per seguirmi e ora sta andando verso altre avventure. Passo la forcella del Cadinon e scendo verso il rifugio Cauriol, la porta di ritorno alla civilizzazione.

Back to Trento

"- Dove andate ?"
"- Ziano di Fiemme"
"- Perfetto vado a Trento"

Un passo alla volta. Ma ogni passo ti avvicina al traguardo. In questo senso l'autostop è come una gara di fondo.

" - Translagorai ?"
"- Si "
"- Ho sempre vissuto qui. Un giorno devo andare lassù."

In queste macchine si incrociano vite diverse. Dalla madre con la figlia che vanno a mangiare la grigliata della nonna la domenica, All'uomo che ha fatto la legna è sta tornando a casa...Tutte le persone che hanno il punto comune di avere il cuore abbastanza grande da fermarsi ad aiutare un uomo che non ha fatto doccia da ventiquattro ore, a trentacinque gradi sulla strada, con sessantuno chilometri per tornare a casa. A Cavalese ci sono delle corriere. Benissimo. Per salire sulla corriera ci vuole una mascherina. Arrivo nei guai del mondo sottostante ! Trovare la mascherina è stata l'occasione di mangiare un gelato salvatore ! Posso salire sull'autobus, prendo altri due treni, una piccola camminata in salita e arrivo a casa mia, a Villazzano, alle quindici.

Epilogo

Non sono riuscito a portare le zucchine promesse a Filippo. Questo è la mia grande disillusione che mi perseguiterà per tutta la vita. Che contrasto con il suo impegno e precisione ! Come un morso di zucchine, ho preso un morso di Translagorai. Ricominciate sempre a mangiare le zucchine dopo aver mangiato un boccone.

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