TRANSLAGORAI CLASSIC / ©
2024
Trento Running Club
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Si, translagorai, una attraversata di 80km con 5000 metri di dislivello positivo, un’alta via che si sviluppa nell’intera catena porfirica dei Lagorai che collega passo Rolle a Panarotta.
Un avventura cosi pazzesca e mistica che solo se la provi puoi capire,
Sono solo numeri e parole certo!
Erano 2 anni che ci volevo provare, quest’anno, complici vari fattori, ho deciso che era la volta buona, la desideravo come poche altre in questo campo
Venni a conoscenza di questa attraversata 2 anni fa appunto, quando per caso sui social comparve una locandina con scritto “Translagorai Classic” titolo che mi incuriosì non poco, che prevedeva di percorrere entro 24 ore tutto il tracciato, un’idea nata da un gruppo di amici con una sana infermità mentale, premio finisher, un adesivo olografico ed una pacca sulla spalla oltre a qualche litro di birra e tanta tanta voglia di fare festa
La partenza prevista era per il 16 luglio ore 19:00, 24 ore il tempo limite, 2 punti di appoggio in tutto il percorso, il Rifugio Baita Monte Cauriol che è rimasto aperto tutta la notte per l’occasione a circa 25 km e il passo MANGHEN, a circa 55 km dove i ragazzi hanno allestito un ristoro con quello che c’è, se non ti va bene cazzi tuoi! Piu su al bivacco Manghenetto i ragazzi di Unghie Rotte Mani Aperte hanno preparato una tavola con frutta, acqua, cocacola e qualche birra, ma la cosa essenziale sono stati i sorrisi e le risate con cui siamo stati accolti
Voglio risparmiarvi i dettagli del percorso perché non basterebbero le pagine di un libro per descrivere la bellezza aspra e selvaggia di questi luoghi, fatta di silenzi assurdi, in certi momenti mi sono sentito letteralmente abbandonato da tutto e tutti, chilometri e chilometri in solitaria, freddo, pioggia e grandine, poi sole e caldo torrido, pochi punti d’acqua, insomma non per tutti, ho attraversato un’intera catena montuosa in quasi 24 ore di notte e di giorno, imprecando chi sa quale dio mi avesse ascoltato in quei momenti, dolori in ogni parte del corpo, mi facevano male persino i capelli! Intervallavo momenti di completo sconforto a quelli di estasi, dalle lacrime di dolore a quelle di serenità e spensieratezza, mi sarei ritirato dopo 10 chilometri tanto era dura, ma non era cosi che doveva finire cazzo!! Io ero li, ci tenevo da morire e ho aspettato 2 anni, non potevo abbandonare così presto
Mi emoziono ancora se ci penso e mentre scrivo provo a rivivere ogni istante, dal primo all’ultimo, dalla grandinata in un temporale pauroso quasi al buio della sera all’ultima forcella prima della lunga discesa verso l’arrivo dove ormai le gambe non esistevano più, poi quei ragazzi, che personaggi, gente meravigliosamente fuori di testa, chi se li dimentica più!
Ecco questi sono solo numeri e parole certo, ma nessuna esperienza del genere mi ha donato cosi tanto, ho messo il mio corpo e la mia mente in una condizione talmente estrema che ancora oggi me la sento addosso, ma se potessi ci tornerei all’istante, cazzo se ci tornei, ma come disse un amico, “è talmente un’ esperienza meravigliosa che non si può riviverla 2 volte” e credo sarà cosi anche per me, con i se e con i ma, poco importa!!
Un giorno forse, chi lo sa, boh!!
Ringrazio in particolare una persona a me speciale e ormai compagna di vita,Ylenia Zampieron, che ha fatto una cosa straordinaria, senza di lei non credo avrei portato a termine questa cosa! Dai messaggi sul telefono per incitarmi al cambiarmi i calzini sporchi al ristoro, che bello sarebbe un mondo pieno di gente come te!
Ringrazio di cuore tutti i ragazzi che si sono fatti il mazzo per rendere tutto cosi indimenticabile, Filippo Caon, Roberto De Gasperi, Daniele Albertini e i ragazzi di URMA e a tutti quelli che sono rimasti a fare festa all’arrivo fino all’ultimo dei corridori
Poi voglio ringraziare e salutare una persona che spero mi possa sentire da lassù e che mi ha fatto scoprire questa esperienza…
Ciao Paco ora ho anch’io quel cazzo di adesivo olografico!