24/09/2020 Arianna Randazzo

Non sono una trail runner.
Sono una semplice ragazza di 23 anni con una grandissima passione per la montagna e una voglia matta di andar a cercare il proprio limite in tutto ciò che fa. Se devo darmi una definizione, mi sento più alpinista che trail runner. 

Non ho preparato la Translagorai con allenamenti specifici.
Era da 7-8 mesi che avevo questo pallino in testa, ma non avevo nessuna intenzione di prepararla con corse lunghe visti i miei dolori alle ginocchia. Da dove viene l’allenamento per portarla a termine? Boh… forse dallo scialpinismo dello scorso inverno, dai lunghi avvicinamenti alle vie d’arrampicata, dall’alta montagna, dalla mtb…insomma, tutto fa brodo.
Prima d’ora non avevo mai superato i 50 km con 3500 di dislivello (fatti una sola volta a inizio estate). 

Io sono convita che per fare queste cose ci sia bisogno di allenamento fisico, sì, ma soprattutto bisogna essere pronti mentalmente. 

La giornata che ho scelto per la Translagorai non era delle migliori, ma sentivo che era il momento giusto, dovevo farla. Preferisco essere carica di testa anche se non ci sono le condizioni ottimali ambientali, piuttosto che una giornata top, ma con la testa non del tutto sul pezzo. 

Siamo partiti mercoledì 23 settembre alle 20.02 dal Rolle. La notte non è iniziata bene: buio e nebbia ci hanno fatto sbagliare sentiero nella prima parte. Inoltre tutti i sassi erano bagnati, si scivolava molto e le scarpe si riempivano di acqua. Durante tutta la notte continuavo a chiedere a Luca se eravamo giusti con i tempi. Luca infatti mi ha fatto una tabella con gli intertempi per stare sotto le 24 ore. Sì, perché a inizio estate avevo detto “Se arrivo al Manghen sono già contenta”, poi è diventato “Cerco di arrivare in fondo, ma non importa quanto ci metto”, e alla fine “Devo assolutamente stare sotto le 24”.
Continuavo a chiedergli i tempi, mi sentivo senza margine, ma lui mi rassicurava dicendo che la seconda parte sarebbe stata più veloce. 

All’alba ci trovavamo sotto la cima Litegosa. Nel sali e scendi successivo ho avuto un momento di down, ma non estremo. Dopodiché mi sono ripresa e abbiamo iniziato a tirar giù minuti. 

Alle 11.20 circa siamo arrivati al Manghen: caffettino e crostata e si riparte: “ormai è fatta, mancano solo 27 km con 1500”. Ero carica, concentrata, sapevo di poter arrivare in fondo. L’unica cosa è che iniziavo ad avere un male alle piante dei piedi allucinante, mi sentivo un sacco di piaghe, faticavo a correre. 

L’ultima salita dopo il Sette Selle l’ho fatta bene, almeno così pare a me, mi sono detta “punta a far bene la salita perché in discesa non sei capace”. In cima alla salita ho realizzato che ce l’avrei fata sotto le 24: questo è stato un errore perché ho smesso di spingere e mi sono lasciata un po’ andare, quando invece mancava ancora molto. 

L’ultima parte l’avevo già fatta con Luca ed Enrico durante il loro tentativo: il sentiero che costeggia il Fravort è bello e corribile, ma l’ho camminato a causa del male ai piedi. Adesso me ne pento un po’, potevo stringere i denti e stare sotto le 23 ore.
Gli ultimi km mi sono parsi eterni. Alle 19.16, 23 ore e 14 minuti dopo la partenza, sotto la pioggia, eccoci all’arrivo dove ci aspettano i nostri genitori entusiasti. Che bello!!

Sono tanto tanto contenta di ciò che ho portato a casa.
La rifarò? Può darsi di si, puntando ad abbassare il tempo. 

Un ringraziamento a chi ha creduto in me e mi ha sostenuto. Un ringraziamento ai miei genitori e alla mamma di Luca che ci hanno accompagnati al Rolle e sono venuti a prenderci in Panarotta; grazie a Massimo Conci per aver coltivato con me questo sogno l’autunno scorso; grazie a Paco che mi ha stimolata e ha sempre pensato che ce la potessi fare; e soprattutto grazie a Luca, che ha corso per la seconda volta nella stessa estate questo percorso per aiutarmi a raggiugere il mio risultato.
Grazie anche alla Translagorai stessa che mi ha permesso di conoscere Luca, innamorarmi e vivere delle avventure fantastiche insieme a lui. 

Il Lagorai però non mi lascerà ancora in pace…ho in mente una nuova sfida…

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