Translagorai Classic

25/07/2022 Luca Winner Paganin

Luca Winner Paganin - 22:38

Vi racconto un po’ com’è andata..
Con translagorai si può veramente dire che avevo una cosa in sospeso perché fin da quando ho cominciato ad andare in montagna per bene, la traversata della catena che da sempre ammiro quando salgo su qua sopra casa, era nei miei progetti.
Poi il trekking in compagnia non si è mai fatto, quello in solitaria nemmeno e anno dopo anno si rimandava.
Poi arrivano le corse, si pensa di poter farla “velocemente”, si conosce gente, si scopre che organizzano una traversata in compagnia una volta l’anno, ma non si può mai esserci con il lavoro in rifugio.
Il mio socio Davide la fa nel 2021 ci ripromettiamo ancora di farla insieme, ma alla fine non si riesce mai a combinarsi.
Negli ultimi tempi però prende piede l’idea di poter farla in solitaria.
Il calendario è a mio favore, tre giorni di ferie, il meteo un po’ meno, temporali alla notte. Ci penso, si va!
Veniamo al 25 luglio, giorno del mio compleanno, sono le 16 e mio padre mi sta portando al passo Rolle dove inizierà la mia cavalcata verso la Panarotta.
É la che ho lasciato la mia macchina carica con un po’ di viveri e due sedie a farmi da ristoro finale, dovrei arrivarci tra circa 24 ore se tutto va bene.
Mentre saliamo penso che di solito mi rompe muovere l’auto per andare in montagna, figuriamoci due!
Siamo al Rolle, ci mangiamo una fettona di torta col caffè ed è ora di partire!
Ringrazio il mio vecchio che si è sparato un mega viaggio per portarmi a fare sta cosa che non so nemmeno se poi sia così contento che io parta, ma penso proprio di sì visto che si fa sti sbattimenti!
17:30 Si parte!
Non era programmato ma già che è cifra tonda..
I primi km sono sentiero e sei fresco, su ai laghetti del Colbriccon, me lo ricordo, sempre bello!
Si sale su, mi sento forte, gocciola già! Eh no! Si era detto alla notte!
Al passo si cambia ambiente, torna il sole, lo sguardo spazia su un’ enorme distesa di sassi e sulla prima parte della catena montuosa.
Da qui si capisce subito con cosa si avrà a che fare!
La traccia non è facile da seguire e spesso controllo col telefono di essere in rotta.
E si avanza sui massi, con calma, ricordo continuamente uno degli ultimi messaggi di Filippo: “PAZIENZA”.
Me lo ripeto continuamente e in 4 ore sono al Paolo e Nicola.
Si è fatto buio.
La prima tranche é andata!
Tutto bene!
C’è qualcuno fuori, due parole.
“parla piano che dormono dentro!”
“Ma son le 21:30” ..il solito casinista!
Va beh, riempio d’acqua alla fonte e riparto!
Avanzo bene, lampi lontani, mi dico che non arrivano e aggiro cima di Valmaggiore, comincia a piovere.
Mossa decisa, subito giacca e cappellino altrimenti con gli occhiali è come guardare dentro una lavatrice!
Piove bene ma continuo deciso, non che possa fare altro.
I lampi si avvicinano e addentrandosi nelle valli creano un effetto scenico non da poco, la valle è già completamente presa dai temporali, ma sono quasi convinto non mi piomberanno addosso, la pioggia e il vento però aumentano, lampi vicini, sono dentro al temporale!
Traverso sotto le cime e la pioggia batte forte, testa bassa e vado avanti un piede dopo l’altro, come sempre!
Alzo la testa solo per cercare i segnavia del sentiero e avere un’idea di dove più o meno io debba andare.
Sentieri duri.
Sono fradicio, va bene così, sbaglio qualche volta strada ma me ne accorgo sempre subito, controllo spesso la traccia sul telefono, difficile da usare con lo schermo bagnato, lo asciugo ogni volta sulla pancia e funziona quel che basta per controllare dove sono, forcella Coldosé é vicina.
Rospi, erba e acqua, tanta!
Illumino alla mia destra dentro ad una busa 4 avellinesi (i cavalli) e il più poderoso e vicino a me si gira e ci guardiamo, gli occhi di entrambi sono inespressivi, mai mi era capitato di scambiarmi uno sguardo così rassegnato con un altro animale, china il capo e prende l’acqua sul groppone, faccio uguale anche io ma continuo ad avanzare.
Il sentiero che attraversa il Cadinon e il Canzenagol mi risulta difficile da percorrere col buio (dovrò tornarci di giorno per capirlo) ma almeno hanno smesso i fulmini, piove bene ma piove solo!
PAZIENZA.
D’un tratto mi rendo conto che sto scendendo da un po’ e scendo ancora, la temperatura aumenta, la vegetazione cresce, credo di star andando verso il rifugio Cauriol.
Il buon Tommaso era stato avvisato di un mio passaggio notturno e si era reso disponibile in tutto con l’accordo che lui comunque andava a letto, mi lasciava qualcosa fuori e che per qualsiasi cosa bastava suonassi al camapanello!
Risultava essere questo una sorta di punto di ristoro al quale ambivo arrivare per confortarmi un po’ e spezzare il continuum di “cammina e prendi acqua.”
La discesa interminabile ad un certo punto diventa una gita nella giungla e sono nell’erba alta fino alle costole, bagnato io, bagnata l’erba, bagnato il sentiero, bagnato tutto!
Scendo e comincio a vedere luci, non può essere il rifugio è troppo in basso mi pare, sarà una malga o qualcosa più giù!
Continuo, si rivedono le luci, passa tempo, pazienza, scendo..sì è il rifugio!
Quando arrivo a tiro di orecchie mi sembra di sentir parlare oltre allo scampanio delle vacche, “ci sarà qualcuno”?
Ecco le luci vicine, sento urlare BRAVO! BRAVO! e mi faccio fantasie su chi ci sia lassù in un rifugio a 1600 ad aspettarmi, e sono fuori, con le frontali, ad incitarmi !
Mah!
Arrivo, mi avvicino, saluto, illumino.
L’età media dei visi che illumino è intorno ai 10/12 anni, vedo tende, non capisco!
Mi fanno entrare nel rifugio aperto, mi fanno sedere, va benissimo!
Ci sono anche adulti, capisco che sono del grest di Ziano e cominciano a domandarmi mille cose e farmi il tifo!
Siamo sulle 7 ore di viaggio, è mezzanotte e mezza circa.
Si sta bene lo dentro, una ragazza si offre per andare a vedere cosa mi ha lasciato Tommi, dice che lavora da lui, torna con the caldo ed acqua, mi rifocillo alla grande.
Mi fanno caricare il telefono alla presa e notiamo che il mio iPhone non si carica e che dice di avere acqua nel connect.
Poco male dai, ho la power bank ancora, spero si asciughi altrimenti è dura, ma mi sembrava caricasse male anche prima del temporale, magari il cavo!
“Ti regalo il mio!” dice la ragazza del Cauriol(che scopriremopoi chiamarsi Elisa e che é stata una pedina importante per la riuscita)“tanto a casa ne ho altri.”
Lo accetto e lo prendo, si sta bene la coi ragazzi al caldo ma facciamo un patto con gli animatori: alle una voi andate a letto e io riparto!
E così bello incoraggiato riparto per la salita al passo Sadole, mulattiera, che lusso! Riesco anche a correre un po’..
Saluto mucche e animali e salgo su, sono sereno! Al Cauriol mi hanno avvisato di alcuni piccoli crolli sul sentiero dopo VAIA, salgo e salgo, li trovo, piccoli crolli? Manca il sentiero! Piove forte e li attraverso tutti con attenzione massima.
Fino a su è un bell’andare poi si attraversa sotto al Cauriol, verso il Formentone, fatico a seguire, sento aria di forcella, fa freddo, non posso già essere alla Litegosa, ho sbagliato strada e sono su alle aie, rientro in traccia, mi autoconforto e verso le 3:30 sono al passo Litegosa, smette di piovere,fa freddo, mi cambio e metto tutto quel che ho, fortuna ho portato di tutto.
Alle 5,30 albeggia, sono ai laghetti del Lagorai, mi fermo e faccio colazione e avviso che son vivo, la notte andata, sono a metà e sono a 12 ore.
Non sarà facile star dentro le 24 ma mi prendo una bella pausa comunque.
Coltellate all’alba, diceva qualcuno, sorrido!
Riparto pensando al Manghen, il pensiero di un panino e una coca mi portano avanti bene ma qua faccio i conti un po’ col sonno per la prima volta, sono stanco e nella penombra vedo cose che non sono,comincio a dubitarne di star dentro alle 24.
Stento due volte a salutare un signore in camicia bianca seduto al sole, e stento bene perché avvicinandomi vedo che avrei salutato un sasso.
Arrivano messaggi incoraggianti da casa, continuo .
Dolori, e pazienza!
Stellune, Montalon e sono al Manghen alle 9 del mattino.
Quattro parole con Luigino e la moglie, panin col formai e cochina, mi asciugo i piedi, prendo sonno al sole.
Mezz’ora me la son dormita, penso abbia fatto bene, saluto, riparto, son rincoglionito!
Vado su verso il Mangheneti ma sbaglio due bivi su due bivi che trovo, sorrido, avanzo.
Da qua dovrebbe esser più facile ma ho piedi che non la pensano allo stesso modo, non riesco ad essere agile.
Con non poche tribolazioni raggiungo la parte finale della Val Calamento, riconosco il monte Croce e malga Cagnon, ci sono stato lo scorso inverno, ora ho caldo e ho tanto male ai piedi!
Quando riconosco la distanza dal Fravort mi demoralizzo ma tengo duro.
Passo Palù e scendo, non riesco a correre ma arrivo giù al rifugio Setteselle, mi bagno in fontana, porto i saluti di quelli del Manghen, ricambiano!
“eh no..pensateci voi!”
“Ma vuoi mangiare?”
“Si! Ed è anche mezzogiorno, ma non mi fermo, vado che sennò non riparto più!”
“Ok ciao! Buon giro bravo!”
Sento Geno e Filippo, mi rincuorano.
“Dai che ce la fai dai! hai 5 ore! Ti resta solo la salita al lago Erdemolo e poi son solo traversoni!”
Salgo deciso al lago e decido che la, nello spiazzo di cemento a vista lago, farò una pausa che poi è fatta!
Dura ma su, salita ma su!
Rifugio, spiazzo di cemento, pausa, son cotto!
Oh merd, mi ero scordato bisognasse salire anche alla forcella del lago, sembra infinita!
Ho ancora fatto quella salita in passato e siamo anche sul sentiero E5, cerco forza anche dagli escursionisti di lunga distanza che son passati su quel sentiero ma sono uno zombie e non so quanto ci ho messo a salire fino a lassù, credo siano stati i 300 metri di dislivello più difficili delle ultime 20 ore, schiaffo morale!
In qualche modo sono in cima e guardando l’orologio comincio a realizzare di poter star dentro le 24ore, sono passate da poco le 14, ho ancora 3 ore!
E mi lancio verso il passo della Portela, sento Filippo, mi gasa a bomba, sento Sabri, mi dice che oramai DEVO farcela, mia mamma mi dice che sulla pagina di translagorai mi stanno tifando a fuoco e mi emoziono, faccio due lacrime ma nel frattempo corro, corro brutto, corro lento, cammino, faccio due lacrime pensandoci.
Comincio a vedere bene le mie montagne, Ortigara, Cima XII, il Portule e giù fino allo Spitz Vörle, quando sarò la di fronte avrò finito!
Dovrei farcela, arrivo a forcella Fravort, tutta discesa, provo a correre ma son scarso, metto male i piedi ma non cammino cazzo, provo a correre! Conto cento correndo e conto venti camminando!
Bosco, curva, giro, sentiero, mulattiera, le antenne!
Eccola, la Panarotta!
Due parole con un pastore.
“Eh, t’è fat un bel gir!”
E gli rispondo sorridendo:
“EH SI!”
Corricchio verso gli impianti e sono molto emozionato, mi commuovo e mi fa male, ma sono felice! Le 22 ore e trenta sono bruciate anche quelle ma sto arrivando, prendo il telefono, comunico, è fatta!
Mi giro, vedo solo la parte finale della catena, la ripenso tutta , me la rigodo, la ringrazio col cuore e mi emoziono tanto.
Sono cose che non si può farsele raccontare!
Alla fine la completo in 22:38, è stata una traversata dura, difficile, lunga e molto solitaria..in fondo dovrebbe essere quel che mi piace!
Arrivo alla macchina, fuori le sedie, fuori il fornello, mi scaldo una zuppa e bevo una latta di birra, mi stendo e lascio che TRANSLAGORAI si insinui nel mio corpo e che la mia mente cominci a farla sua.
Sicuramente posso dire sia stata una delle cose più difficili che io abbia mai fatto, ha richiesto un grande impegno mentale e si è fatta conquistare con le sue asperità e i suoi sentieri severi e duri.
Nonostante sia stato un tentativo in solitaria, ti rendi conto facendolo di quante persone partecipano per poter realizzare queste idee, senza niente in cambio, senza magari neanche vedersi in faccia e a volte senza saper di partecipare, ma capendo ed appoggiando lo spirito con cui si affronta questo genere di cose.
Ringrazio quindi in ordine sparso:
-Papà Toni Antonio Paganin per scorrazzarmi tra i passi sparandosi una 6h di auto su strade alpine.
-Filippo Caon per il supporto nella preparazione e nel come ideare un minimo la logistica, non da meno per darmi coraggio nei giorni precedenti.
-Tommaso del Rifugio Baita Monte Cauriol per la piena disponibilità e l’interessamento. Il the caldo è stato parte integrante della riuscita.
-L’angelo custode Elisa del Cauriol per il cavetto di ricarica, (si scoprì più tardi che il mio cavetto era out) senza traccia e perdendomi un po’ più spesso non so se avrei avuto la forza di finire, provvidenziale!
-Tutto il grest di Ziano per l’animazione notturna.
-I rifugisti che son la perché sono al loro posto.
-Il mio Fanclub personale mamma-cicci per gli incoraggiamenti e per volermi bene così (e lasciarmi spendermi le ferie come voglio).
-Davide Genovese per capire cosa si sta provando, per esserci, per farsi sentirepresente, per l’idea di farla insieme (che si realizzerà)..e per la maglietta celebrativa!
-Tutti i ragazzi di URMA e di Translagorai Classic per il tifo, quando mia mamma me l’ha fatto sapere, vi immaginavo, vedevo proprio le vostre facce gridare per incitarmi a lato sentiero, è stato grande.
-A tutti quelli che portano avanti un certo modo di vedere le cose.
-A chi ci credeva con me.
E al mio corpo e alla mia testa, che mi permette di prendermi certi rischi, magari giudicabili e forse anche inutili per molti, ma del resto cosa siamo qui a fare se non a ricordarci di essere vivi e fare tutto quel che serve per sentirlo forte?!
TRANSLAGORAI 2022 Rolle to Panarotta
22 ore e 38 minuti in giro per una catena montuosa selvaggia e molto bella, ma severa, difficile e lunga da percorrere!
OGNI GIORNO IN CUI NON VIVI MUORI

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Trento Running Club