04/08/2024 Luca Baratto

Domenica 4 agosto ore 20.

Queste sono data e ora improvvisate per la partenza da Passo Rolle - perché di previsto e certo quando si parla di TransLagorai c’è ben poco per quanto mi riguarda – ed infatti non abbiamo rispettato la seconda. Dopo aver visto le semifinali olimpiche dei 100 metri, sperando in un buon auspicio e un’influenza positiva, partiamo, insieme a Lorenzo, alle 20.27 da Malga Rolle. Sapendo, o forse non proprio del tutto, ciò che ci aspettava partiamo conservativi per non sprecare troppe energie durante la notte ed esser più performanti (ovvero riuscire ancora a camminare) durante il giorno. La notte sembra non finire più e così anche il primo step prefissato del nostro viaggio (ovvero il Rifugio Cauriol, dove il mitico Tommaso ci fa trovare un ottimo buffet e un piccolo brindisi per affrontare al meglio i restanti 50 km) sembra non arrivare mai. Da qui inizia il bello…si va verso il giorno e la luce ma cominciano i nostri problemi: poco lontani da cima Litegosa da sotto i piedi di Lorenzo parte un blocco di porfido che lo fa volare (senza conseguenze, per fortuna, se non qualche contusione che purtroppo lo fermeranno al Maghen) e ci fa “star su con le rece” ancora di più. Nonostante la fatica e i dolori riusciamo ad arrivare al lago delle Buse assieme: qua, con grande dispiacere si dividono le nostre strade. Lorenzo non riesce più ad andare avanti e con immenso altruismo (GRAZIE!!!) mi consegna le chiavi della macchina e mi lascia proseguire per cercare di raggiungere la Panarotta. Inizia il pezzo più facile e più difficile di tutta la TransLagorai: Più facile perché dopo 50 km di pietraie riuscire ad accennare qualche passo di corsa su sentieri che in confronto ai tratti precedenti sembrano autostrade non ha prezzo. Più difficile perché ogni volta che si controlla la traccia sembra che nottetempo qualcuno abbia spostato la Panarotta di qualche km più in la. Arrivo al rifugio Sette Selle dove Gabriele mi accoglie con entusiasmo e mi sprona a spingere al massimo per riuscire ad arrivare in tempo (sub 24). Gli ultimi 15 km sembrano non finire mai… Riesco ad arrivare alla Panarotta in 23 ore e 44 minuti con un misto di gioia per esserci riuscito e di tristezza in quanto anche per quest’anno TransLagorai è alle spalle (lo scrivo ora a due giorni di distanza…perché nel mentre troppe volte ho pensato “ma chi me lo ha fatto fare?” e non ho trovato altra risposta se non guardandomi allo specchio). Ci rivedremo presto perché il prossimo obiettivo sarà condividere, dall’inizio alla fine, questa fantastica esperienza con gli amici Francesco e Lorenzo. Perché TransLagorai, per me, non è solo salite, discese, recite del rosario, gel, barrette e birrette ma anche e soprattutto un viaggio da condividere con gli amici che hanno la stessa passione e follia. Caro porfido ci vediamo il prossimo anno. Luca

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